La tua pensione integrativa
C’è posta (arancione) per te!
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COSA FARE?
COSA BISOGNA SAPERE
QUANTO VERSARE?
CHI DEVE SOTTOSCRIVERE UN PIANO PREVIDENZIALE?
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Le recenti notizie diffuse dal Presidente dell’Inps, amplificate dagli organi di informazione, sul futuro pensionistico degli italiani hanno riportato al centro dell’attenzione un tema su cui da decenni gli addetti del settore assicurativo stanno già lavorando: la PREVIDENZA INTEGRATIVA.
Le riforme del sistema che si sono succedute negli anni (l’ultima in ordine di tempo quella del Ministro Fornero), sono state rese necessarie dall’innalzamento della durata della vita media della popolazione e conseguente squilibrio tra contributi versati e pensioni da erogare. Risultato: riduzione sempre più accentuata dell’importo dell’assegno previdenziale pubblico che, per gli italiani che andranno in pensione tra poco più di 10 (dieci!) anni, corrisponderà al 50% dell’ultimo stipendio.
COSA FARE?
Dato che a tutti piace “chiudere in bellezza”, è giusto prepararsi per tempo a gestire al meglio gli anni del meritato riposo, senza troppi pensieri di carattere economico e, perché no, con la possibilità di togliersi qualche soddisfazione o sfizio. Oppure, più semplicemente, avere le risorse per aiutare figli e nipoti nei loro progetti di vita senza per questo dover fare nuovi sacrifici.
Le soluzioni assicurative sono proprio pensate per colmare almeno in parte la differenza tra reddito da lavoro e reddito da pensione con formule più o meno flessibili nei versamenti, nella durata e negli importi.
Le soluzioni assicurative sono proprio pensate per colmare almeno in parte la differenza tra reddito da lavoro e reddito da pensione con formule più o meno flessibili nei versamenti, nella durata e negli importi.
COSA BISOGNA SAPERE
- Le somme versate per un’assicurazione di previdenza integrativa non devono essere percepite come “spese” ma “accantonate” e confluiscono in un fondo della Compagnia che ha precisi vincoli legislativi sulla gestione di queste somme, sulla loro sicurezza e garanzia di rendimento.
- Un piano previdenziale, a seconda della formula scelta, può avere anche dei vantaggi fiscali (deducibilità dei fondi pensione) a fronte però di una certa rigidità nella gestione nei prelievi e nella durata; oppure, può essere più libero e meno vincolante per chi lo sottoscrive ma senza alcun tipo di recupero fiscale.
- I versamenti si possono fare con premio unico, annuale o frazionato anche mensilmente.
- Più sarà lungo il periodo di versamento dei premi (ad esempio 20 o 30 anni) minore potrà essere l’importo da destinate all’accantonamento per avere alla fine lo stesso risultato: meglio quindi cominciare per tempo.
- A scadenza, la somma maturata (premi versati + interessi) nella maggior parte dei casi potrà essere riscattata o sotto forma di capitale (tutti e subito) oppure con rendita vitalizia, anche reversibile.
QUANTO VERSARE?
Non c’è un tetto minimo o massimo prestabilito ma l’esperienza ci suggerisce che la somma ideale da accantonare è quella che, a fronte di un qualsiasi imprevisto che la vita ci riservi, si può tranquillamente continuare a destinare alla nostra previdenza integrativa. In ogni caso, la soglia dei 100 euro al mese è la base minima sotto cui non andare se si vuole acquisire a distanza di anni una prestazione “significativa”.
CHI DEVE SOTTOSCRIVERE UN PIANO PREVIDENZIALE?
Tutti, dato che nessuno potrà godere di trattamenti pensionistici privilegiati. Sia che tu sia Nonno, Genitore o Figlio siamo a disposizione per valutare insieme le esigenze di tipo previdenziale tue e della tua famiglia, con le migliori soluzioni del mercato assicurativo per rendimenti e prestazioni
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